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"La gioia condivisa è una gioia doppia.
Il dolore condiviso è la metà di un dolore"
(proverbio svedese)
Aeroplano immagine
Stemma Corona Svedese icona
arte E storia

Gli acquilotti del nord

Così gli scalesi affettuosamente chiamarono i giovani aviatori svedesi precipitati nel territorio di Scala, sulla vetta del Monte Carro. Fu la più grave sciagura aerea che abbia mai colpito la Svezia: dei 21 ufficiali e 5 membri dell'equipaggio se ne salvarono solo in 4. Era il 18 novembre del 1947 ed un volo da Addis Abeba riportava a casa i giovani aviatori dopo una missione in Africa. Forse, a causa della forte nebbia l'aereo, un Bristol da trasporto di fabbricazione inglese, si schiantò sulle rocce a 1110 metri di altezza in località S. Maria dei Monti.

Ecco, come il giorno seguente, titolava un quotidiano svedese.

I rottami dell'aereo come apparvero ai soccorritori. Dopo una notte gelida, furono quattro pastori a dare l'allarme ed a portare i primi aiuti ai pochi sopravvissuti.

I preparativi per il trasporto delle salme. In primo piano le pelli di animali africani: acquistate come esotici souvenir, furono invece utilizzate per la realizzazione di rudimentali barelle.

Gli abitanti di Scala salirono sulla montagna per portare il loro aiuto. Gli oggetti ritrovati sul luogo dell'incidente furono scrupolosamente raccolti e restituiti. La compassione e la dignità di queste genti semplici e povere impressionarono molto le autorità svedesi.

La sfilata della delegazione svedese di autorità civili e militari ed i bambini di Scala.

Il corteo festante attraversa  via Vescovado. Nei bambini di allora è ancora vivido il ricordo dei giocattoli ricevuti dai signori biondi in uniforme. Il governo svedese, in segno di riconoscenza per la sensibilità dimostrata,  finanziò la nascita della scuola materna in Scala.

Nelle mani di una testimone scalese la foto delle salme ordinate nel Duomo. Il fotogramma è tratto da un  documentario svedese dedicato a questa vicenda.

1987
memoria di un'amicizia

Monte Carro, il monumento commemorativo eretto quarant'anni anni dopo sul luogo dello schianto. Ancora oggi questo luogo, tra i più suggestivi e panoramici di Scala, è meta di pellegrinaggio. Lo sfortunato destino di quei giovani soldati accomunò due culture distanti in un sodalizio che dura ancora oggi.